cambio playlist...
Bene, dopo una settimana esatta si cambia playlist. E visto che insulti non ne sono arrivati ma anche a suggerimenti stiamo messi male, sarò ancora io ad occuparmene...
Say say say: si comincia con una canzone facile facile. Che duetto improbabile però! Due uomini in profonda crisi di identità. Ad ogni modo ne venne fuori una canzoncina orecchiabile. Ma soprattutto -essendo dell'83- in squadra ci sarà sicuramente qualcuno che abbia un bel ricordo legato a quel periodo (io invece ero un pò piccolo. ahahah)!
I'll take you there: un po' di soul per Carletto. Mavis Staples. Che voce...
She's a rejector: triste e divertente allo stesso tempo. Non poco!
Il disco -da quello che leggo, scritto in un periodo di forte depressione- tratta di fallimenti, cuori spezzati e crisi mistiche. Le solite cose insomma, però vi assicuro che è un album assolutamente caotico e imprevedibile: un carnevale di Rio dove la samba viene sostituita da dance, psichedelia e electro. Il tutto in chiave pop!
Bigtime: Gli Of Montreal comunque parlano di cose che non ci riguarderanno più. Meglio lasciar suonare i Soundtrack of our lives: senza il garage e la cravatta degli Hives, senza gli spazi sonori ridotti al minimo degli Strokes e senza accenni simil-dance alla The Killers... semplicemente rock. Punto e fine. Main sponsor: i fratelli Gallagher.
Don't you evah: già il loro nome -Spoon- fa abbastanza fastidio, se poi l'album lo intitolano Ga Ga Ga Ga Ga... del sano scetticismo è sacrosanto! Ridi e scherza però questi qui sono arrivati al sesto lavoro in studio e si possono definire senza esitazioni una certezza del panorama indie-rock a stelle e strisce. Disco forse meno rock di quanto ci potesse aspettare ma, per fortuna, mai banalmente pop e con qualche bytes che non guasta mai!
Flourescent adolescent: per tornare al clima festaiolo, proponiamo le scimmie artiche. Pompatissimi dalla stampa britannica, giovanissimi, perfetti per il dancefloor, per i nostalgici del disimpegnato britpop e per chi ha semplicemente voglia di divertirsi senza pretese!
Sad Song: una delle ultime scoperte elettro-pop made in NY. Terzetto femminile che si caratterizza, appunto, per l'utilizzo di tastiere, batteria elettronica e secchi suoni campionati che vanno ad intrecciarsi con le voci delicate e un po' acerbe delle tre girls. Atmosfere a volte malinconiche, a volte calde ed avvolgenti. Se vi piace il genere, non è un album da buttare.
Fake Empire: concludo la mia playlist riproponendo i The National perchè è musica che va “ascoltata “ e non sono sicuro che il solo brano della scorsa settimana potesse bastare a farvi incuriosire a tal punto da andare a scoprire quello che, per me, è uno degli album migliori del 2007.
La voce baritonale e sofferente di Matt Berninger, gli accordi di pianoforte che creano atmosfere notturne, la batteria incalzante, i riff di chitarra perfetti e i testi che parlano d'alcool, di notti insonni, di amori finiti e rimpianti. Non manca nulla. L'album perfetto. Nel bene e nel male.
Gli anni: a grande richiesta. Qui proprio spiegazioni non ne servono. Un genio!
nella foto, le tre babette di new york...
8 Comments:
presidente perchè io non sento più la musica?
proprio non so... se la sento io...
boh, uno dei due deve smetterla assolutamente di bere!
Io invece non sento la mitica "Gli anni'96"... Tristezza...
Qua xe cazzi come brazzi (cit. Oscar Wilde).
Adri, che aggiungere:
un giorno una stele in marmo di Carrara incisa a scalpello da un artigiano del Lancashire in carattere Baskerville testimonierà la nostra assoluta grandezza.
Ovviamente apposta al numero 29 di...
Io me faccio na risata.
bigtime...
Bravi ragazzi conoscete anche i soundtrack of our lifes... Però mancano i kaiser chiefs
eh, gg... purtroppo i Kaiser Chiefs non sono disponibili sul deezer! altrimenti credo che qualcosa avrei messo...
Pres, siccome sai che io, uomo dalla grande calma e tatto (in pratica: non me incazzo mai, e non son fastidioso quando rispondo) andrò subito a sollecitare il sito in questione..
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